Giotto l’ Ultima Cena, affresco (200x185cm), Giotto, ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova.
L’Ultima Cena nella Cappella degli Scrovegni
La scena si trova all’interno della Cappella degli Scrovegni nelle “Storie della passione di Gesù”. Sebbene la costruzione della grande opera si deve a Enrico degli Scrovegni, la storia e la letteratura ricordano il padre, un noto usuraio padovano che Dante Alighieri nella sua Divina Commedia pone all’Inferno. Enrico fa costruire un intero palazzo di cui la Cappella è destinata ad essere oratorio privato e futuro mausoleo familiare. E chiama il maestro Fiorentino Giotto che lavora con una squadra di oltre quaranta collaboratori per circa 625 giornate di lavoro alla sua realizzazione. Giotto dipinse l’intera superficie interna dell’oratorio con un progetto iconografico e decorativo unitario, linearità e dettaglio. Quel dettaglio che si ripete ogni anno qaundo il 25 marzo un raggio di sole passa tra la mano di Enrico e quella della Madonna.
L’Ultima Cena, la scena struttura e descrizione
La scena che illustra un passo del Vangelo di Giovanni, è ambientata in una stanza senza due pareti. Gli Apostoli sono disposti attorno al tavolo senza sovrapporsi grazie all’uso di un punto di vista di lato e leggermente rialzato. Se Giuda è seduto vicino a Gesù con indosso un mantello Giallo, Giovanni lo troviamo addormentato appoggiandosi a Cristo. Tutti gli Apostoli sono riconoscibili dalle tinte pastello degli abiti che li contraddistinguono anche nelle scene successive, assieme all’utilizzo della luce che dona plasticità e senso dello spazio all’intera scena.
L’annerimento delle aureole è dovuto al trascorrere del tempo e cela un ulteriore dettaglio realizzato da Giotto: la differenziazione gerarchica delle aureole. Oro e dettagli che differenziavano i protagonisti della scena.
L’Ultima Cena viene rappresentata da Giotto con semplicità e grandezza quello straordinario il binomio che contraddistingue i più grandi artisti.
Giotto e la grandezza nella semplicità: il volto di San Giovanni
La Cappella degli Scrovegni è un’opera maestosa in cui la grande armonia, semplicità e chiarezza della struttura crea un perfetto equilibrio con la grandezza dei particolari. Frutto della capacità di Giotto di costruire immagini in cui l’insieme e i particolari si tengono con una coerenza che rende verosimile il racconto figurato. Una composizione che si salda attorno a poche linee portanti e particolari grandiosi come il volto di San Giovanni. Il Santo come da tradizione, si abbandona sul petto di Gesuù ma il particolare del volto racconta molto di più, non solo quello che è ma quello che sarà. Mentre il Signore preannuncia il tradimento, ecco il gesto familiare di Giovanni che si abbandona sul suo petto. E Giotto con questa immagine dell’Apostolo che in un momento così’ tragico ha l’atteggiamento di chi ha trovato pace, suggerisce l’”oltre” che sarà. Il genio del pittore sta proprio nell’andare oltre la cronaca di un evento e in modo semplice e lineare cogliere la consistenza di un qualcosa che ha già vinto la morte.
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